kilowatt festival 2010 – compagnia capotrave/linkfestival

BUFFET TEATRALE DI MEZZA ESTATE

ricetta: Luca Ricci
chef: Compagnia Capotrave/Link Festival

Kilowatt Festival 2010

INGREDIENTI
–    Un piccolo paese nelle campagne aretine
–    254 progetti presentati, 9 selezionati
–    17 Visionari
–    15 Fiancheggiatori
–    19 persone tra staff artistico e tecnico
–    1 affascinante osservatorio critico
–    3 palchi, 12 spettacoli, 2 mostre d’arte
–    1 bar sul corso, 1 enoteca affaccendata, 1 pub ospitalissimo
–    verdure lesse, fritti vari, vino, birra, marmellata griffata
–    1 chitarra, diverse armoniche a bocca

PREPARAZIONE
Durante l’inverno cogliete 17 “semplici” spettatori, assegnate loro il nome di Visionari e lasciateli macerare con i 254 progetti presentati da relative compagnie. Ciò che rimarrà saranno 9 spettacoli selezionati, vetrina allestita da sensibilità diverse. Cospargete le vie di Sansepolcro con manifesti di Kilowatt 2010. Cogliete 15 critici (o cronisti teatrali) come campione, assegnate loro il nome di Fiancheggiatori e aggiungeteli all’impasto mescolandoli a Fiancheggiatori e artisti. Cospargete l’impasto su 3 palchi, creando 12 spettacoli. Dopo ciascuna serata mescolate Visionari, Fiancheggiatori, artisti e pubblico fino a formare tre riunioni “del giorno dopo” piuttosto animate in cui i vari ingredienti si scambieranno sapori e dissapori riguardo alla situazione del teatro contemporaneo. Lasciate pure che si formino piccoli grumi di polemica, qualsiasi attrito scomparirà facilmente o si sostituirà a una coscienza aumentata nel momento in cui aggiungerete le verdure lesse, i fritti, il vino, la birra e la marmellata griffata Kilowatt (preparata a parte dallo staff). Qualora doveste trovare il preparato troppo liquido, usate come addensante le due gallerie d’arte, una piccola gita di gruppo alla vicina Anghiari, il bar sul corso, l’enoteca e il pub, dove l’efficiente e numeroso staff tecnico, l’affascinante osservatorio critico (che avrete ottenuto con tre laboriose giovani menti femminili) e il resto degli ingredienti si compatteranno. Se il tutto non vi soddisfa ancora, aggiungete, poco prima di infornare, la chitarra e le armoniche a bocca, che in un’ultima sera di luglio suonano bene.
Infornare e lasciar cuocere per circa 4 giorni. Servire su una lunga tavolata e accompagnare con buon senso critico e un pizzico di voglia di discutere.

VALUTAZIONE
È l’ottavo anno che a Sansepolcro viene servito questo piatto, ma è la prima volta che lo assaggiamo. Esistono forse alcune debolezze che lo chef fa tuttora fatica a localizzare. Qualche meccanismo, in cucina, deve ancora essere perfezionato. Tuttavia il risultato è un piatto estremamente saporito, che ha il pregio di far incontrare ingredienti che altrimenti troppo spesso restano separati, allontanando le rispettive proprietà organolettiche da unioni felici. I sapori risultano ben definiti, così come la voglia di migliorare un piatto che, a tutt’oggi, rappresenta una delle migliori occasioni per approcciarsi alla tavola del teatro contemporaneo.

Sergio Lo Gatto

assaggiato a Sansepolcro (AR), dal 22 al 25 luglio 2010